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Vendite flash “per pochi” o in “quantità limitate”, offerte a tempo “solo per oggi” o i countdown sono tutti esempi pratici che incarnano perfettamente l’applicazione del principio di scarsità nelle strategie di marketing, e che sono in grado di creare una percezione di urgenza per indurre il consumatore a concludere l’acquisto rapidamente, temendo di perdere l’opportunità. Ne deriva un evidente problema etico, ma è in questo contesto che le agenzie di comunicazione più evolute svolgono un ruolo cruciale capitalizzando su questa dinamica, incanalando il desiderio dei consumatori in decisioni rapide che, però, mantengono un’elevata aderenza con il rispetto del consumatore. Vediamo meglio cosa si intenda con questa “paura della perdita”.
Quello del principio di scarsità è un concetto che si fonda su una verità psicologica essenziale: ciò che è percepito come raro o limitato assume immediatamente un valore superiore. Questo meccanismo funziona perché, quando qualcosa sembra scarseggiare o essere difficile da ottenere, il desiderio umano si intensifica, spingendo a un’azione rapida e spesso impulsiva. La scarsità crea una sorta di pressione cognitiva che induce il consumatore a prendere decisioni che altrimenti verrebbero rimandate o sottoposte a una valutazione più razionale. La rarità, quindi, non è semplicemente una caratteristica dell’oggetto in questione, ma diventa una leva psicologica che modifica il processo decisionale e influenza il comportamento d’acquisto in modo profondo.
Quando si parla di principio di scarsità, si fa riferimento a un fenomeno che coinvolge diversi aspetti della psiche umana. Prima di tutto, si attiva una risposta innata legata alla sopravvivenza: la percezione di scarsità risveglia l’urgenza di assicurarsi ciò che potrebbe presto non essere più disponibile. Questo meccanismo ha radici evolutive profonde, e ci riporta in epoche passate in cui la disponibilità di beni quali viveri o acqua erano realmente limitati. Questa necessità è stata tramandata nel nostro DNA, spingendoci ancora oggi ad agire immediatamente di fronte a ciò che è limitato o raro. Ovviamente non stiamo parlando di questo scenario, ma lo stesso meccanismo scatta rendendo i beni rari o in edizione limitata estremamente desiderabili, sebbene non si tratti più di risorse vitali.
Il consumatore moderno, esposto a continui stimoli e offerte, viene così spinto a prendere decisioni rapide di fronte alla possibilità di non poter più accedere a un prodotto esclusivo o a un’offerta speciale.
Un altro aspetto cruciale del principio di scarsità è il suo legame con il fenomeno della percezione del valore: quando qualcosa è raro, il suo valore percepito cresce in modo esponenziale, anche se in realtà il bene in sé non possiede una utilità o una qualità maggiori rispetto ad altri.
Tuttavia, nel momento in cui lo stesso oggetto diventa difficile da reperire o disponibile solo in quantità ridotta, il suo valore simbolico cresce, trasformando la “sua poca disponibilità” come un segno di prestigio, di desiderabilità. Pensiamo, ad esempio, alle “edizioni limitate”!
Ma perché questa dinamica funziona con tanta efficacia? Lo spiega la psicologia della percezione.
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Generalmente, quando le persone devono prendere decisioni in merito all’acquisto, tendono ad applicare anche leve razionali in grado di rassicurare e confermare la necessità di un bene o di un servizio. Invece, il principio di scarsità condiziona diversamente l’acquirente, poiché quando la percezione è quella di una risorsa limitata, il processo decisionale viene alterato, il tempo di riflessione si riduce, e la paura di perdere l’opportunità diventa il fattore dominante. La psicologia del consumatore, infatti, ci aiuta a comprendere il perché di determinate scelte e ad analizzare i fattori che influenzano il processo decisionale, dalle emozioni ai bias cognitivi, passando per la percezione soggettiva del valore di un prodotto o servizio.
Le emozioni giocano un ruolo cardine e la percezione di un prodotto può essere influenzata da fattori emotivi positivi, come il desiderio, il bisogno di esclusività, l’ambizione, il senso di appartenenza, l’aspirazione. Un acquisto o la preferenza di un marchio possono venire sollecitati anche da fattori emozionali, che tingono le nostre giornate di riflessione, malinconia, nostalgia o persino di “paura”… quella, cioè, di perdere un determinato prodotto che potrebbe significare molto! Ma in che modo, esattamente, le emozioni influenzano il comportamento d’acquisto? E in che misura le percezioni soggettive, guidate dalle emozioni, portano il consumatore a preferire un prodotto rispetto a un altro? La risposta a queste domande risiede nella capacità del cervello umano di creare associazioni rapide e inconsce tra un prodotto e l’emozione che esso suscita.
Le aziende che sono in grado di utilizzare queste conoscenze in modo strategico riescono a creare campagne pubblicitarie in grado di modellare le preferenze dei consumatori, generando un legame più profondo e duraturo con il brand. Ad esempio, costruendo una narrativa che si allinei con i valori e le aspettative del target di riferimento, rendendo così più probabile che il consumatore scelga il loro prodotto rispetto a quello della concorrenza. L’uso delle “flash sales” o delle offerte “solo per oggi” generano un senso di urgenza che porta il consumatore a prendere decisioni immediate, temendo che l’opportunità svanisca rapidamente. Questo meccanismo psicologico non solo incentiva l’acquisto impulsivo, ma rafforza anche il legame emotivo con il brand, poiché l’esperienza di ottenere qualcosa di raro o esclusivo viene vissuta come un trionfo personale. In questo senso, il marketing non si limita a promuovere un prodotto, ma costruisce un’intera narrativa attorno all’idea di partecipazione e appartenenza.
Tuttavia, il semplice utilizzo di stimoli emotivi non basta; è necessario che essi siano calibrati in modo strategico e in linea con l’immagine che il brand vuole trasmettere.
La loss aversion, termine tecnico con cui si indica in americano la paura della perdita trova terreno fertile in una molteplicità di applicazioni.
Abbiamo già citato le vendite flash del “solo per pochi”, in quanto le riserve sono limitate o per “pochi giorni”, in caso delle vendite a tempo. Colossi e-commerce come Amazon o Zalando ci hanno abituati a utilizzare regolarmente le vendite flash durante il Black Friday o altre occasioni speciali, creando così una competizione tra acquirenti e aumentando l’attrattiva dell’offerta. Il successo di queste iniziative si basa proprio sull’interazione tra scarsità e urgenza. E lo sono anche promozioni, caratterizzate da sconti temporanei su prodotti selezionati. Pensiamo, ad esempio, a settori quali la moda, la tecnologia, gli eventi e i viaggi: qui la percezione dell’esclusività e della rarità diventa una leva strategica essenziale per stimolare le vendite e incentivare decisioni d’acquisto rapide e impulsive. Le proposte di edizioni limitate e contingentate sono pratiche consolidate che generano un senso di urgenza e talvolta anche lunghe liste di attesa pur di avere un determinato prodotto o servizio che, in quanto “limitato” è percepito e considerato più prezioso e desiderabile.
Tuttavia, l’efficacia di questa strategia non si limita solo alla rarità tangibile dei prodotti, ed esistono molteplici modalità attraverso cui le aziende e le agenzie di comunicazione possono implementare questo principio, modulando su vari livelli: dalla disponibilità limitata di un bene, alla temporaneità di un’offerta, fino alla percezione di esclusività riservata a pochi eletti. Il concetto di scarsità non è solo legato alla merce, ma può essere applicato anche ai servizi e alle esperienze, creando così un ecosistema di desiderabilità che non risparmia alcun settore.
Come brevemente anticipato, marchiamo però l’attenzione su di un aspetto fondamentale: l’impiego di tale principio deve essere comunque ponderato e accompagnato da una chiara etica professionale, perché il rischio di un suo abuso eccessivo o sistematico potrebbe infatti minare la fiducia dei consumatori, portando a una percezione di manipolazione. È fondamentale che le aziende adottino questo strumento con consapevolezza, integrandolo all’interno di una strategia più ampia che tenga conto dei valori del brand e del rispetto verso il proprio pubblico. La scarsità dovrebbe essere percepita come un elemento genuino, non come un artifizio puramente commerciale. In questo senso, le imprese che sapranno bilanciare efficacemente il principio di scarsità con trasparenza e rispetto per i propri clienti, riusciranno a migliorare le vendite senza compromettere la lealtà e la fiducia, magari affidandosi ad agenzie di comunicazione che sappiano dosare tutti gli elementi per garantire un successo duraturo dell’azienda, contribuendo nel contempo a costruire un rapporto solido e autentico con il consumatore, che saprà vedere nella scarsità certamente un incentivo all’acquisto, ma anche una promessa di valore autentico e distintivo.
Viviamo in un contesto ormai iper digitalizzato e connesso: basta osservare i display dei nostri smarphone, per vedere tutte quelle iconcine colorate, espressione di una pluralità di canali, piattaforme e vettori di presenza online attraverso cui ormai ci muoviamo quotidianamente. Questa
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