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Quando si tratta di brand identity o anche quando parliamo di costruzione di un marchio non ci si deve limitare alla scelta di un logo accattivante o di una palette cromatica d’impatto, un design ultramoderno o il packaging, ma piuttosto questo implica un lavoro profondo e articolato sulla percezione dell’immagine e il posizionamento del brand nella mente dei consumatori. Per questo il lavoro di una agenzia di comunicazione sulla identità di marca diventa il fattore chiave per distinguersi in un mercato in cui l’offerta appare sempre più omogenea. Ma cosa rende un marchio realmente inconfondibile? Molti si concentrano su aspetti macroscopici ma non tengono conto e sottovalutano erroneamente fattori più sottili, tutt’altro che aspetti secondari. È proprio da queste sfumature che un brand può emergere, differenziandosi e diventando un punto di riferimento stabile nel panorama di settore. Vediamo allora quali sono i quattro aspetti essenziali a cui non badiamo ma che possono effettivamente contribuire a rendere un brand memorabile e riconoscibile.
Un brand che desidera acquisire autorevolezza agli occhi delle proprie audience deve mostrare coerenza del messaggio e del tone of voice su tutte le piattaforme in cui si distribuisce la voce del marchio e i suoi contenuti. La coerenza infatti non è legata solo agli aspetti visivi. Per quanto loghi, colori, lettering, font e tutti gli elementi visivi che rappresentano un marchio devono essere utilizzati in maniera uniforme.
In verità coerente deve essere anche lo stile di una comunicazione e il punto di vista del marchio. Questa uniformità garantisce che il pubblico possa associare immediatamente tali elementi al brand, rafforzando la sua riconoscibilità. Ogni punto di contatto, dai social media al packaging, diventa un’opportunità per ribadire l’identità del brand e i suoi valori, contribuendo ad edificare una sua solida identità che diventa nel tempo affidamento e relazione di fiducia, una brand loyalty. Non è scontato. Infatti sono parecchie le aziende che preferiscono concentrarsi sugli aspetti più puramente commerciali, dimenticando che l’interazione con il cliente è in prima istanza emozionale e valoriale e capace, cioè, di sollevare una similitudine di intenti. Ma come può un’azienda garantire questa coerenza visiva e verbale? Il primo passo è lo sviluppo di linee guida ben definite, che possano essere seguite e condivise da tutti i membri del team e da eventuali collaboratori esterni e dove attingere informazioni e dettagli precisi su ogni aspetto dell’identità visiva (loghi, colori, spaziature, font, etc.) e indicazioni chiare su come il brand deve comunicare, inclusi tono, linguaggio e stile. Tutto questo, tuttavia, non implica rigidità o staticità. Un brand deve essere in grado di evolversi nel tempo, adattandosi ai cambiamenti del mercato e alle nuove esigenze del pubblico. Ma questo cambiamento deve essere gestito con cura, assicurando che, anche se il brand evolve, la sua identità centrale rimanga intatta, identitaria e, per l’appunto, inconfondibile.
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Ogni interazione con il marchio, che sia online o offline, deve rispecchiare i valori e l’essenza dell’azienda: dall’interfaccia del sito web, alla navigazione mobile, fino all’assistenza post-vendita, ogni fase del customer journey dunque deve essere pensata per offrire un’esperienza fluida, intuitiva e soddisfacente. L’utente non deve mai sentirsi destabilizzato o non debitamente attenzionato. L’esperienza del cliente è una componente essenziale nella costruzione di una brand identity memorabile. Sono molte aziende, invece, che risultano più concentrate quasi esclusivamente sulla qualità del prodotto o del servizio offerto, e della fase relativa alla vendita. Meno alle fasi successive che incidono in realtà in quota parte non minore delle precedenti. Il primo passo è la creazione di una strategia di customer experience chiara, basata su una profonda comprensione del proprio pubblico target. Questo avviene solo a condizione che l’azienda analizzi e comprenda perfettamente le esigenze e i comportamenti dei propri clienti, così da anticipare le loro aspettative e offrire un’esperienza che sia non solo soddisfacente, ma anche sorprendente. Un aspetto che risponde positivamente a tale necessità è la personalizzazione dell’esperienza, capace di creare una relazione duratura e solida, garantendo anche in questo caso la fedeltà. Ignorare l’importanza di questi aspetti significa perdere opportunità di crescita, oltre ad allontanare chi, invece, potrebbe diventare un vero e proprio brand ambassador.
La coerenza tra i canali, come anche una customer experience efficace, non permettono dinamiche autonome e hanno bisogno di una narrativa uniforme ben strutturata. Lo storytelling è un elemento cardine, troppo spesso non valutato, eppure in grado di riflettere la veridicità di un brand, la sua essenza, la profonda identità. Raccontare del marchio e farlo in una modalità profondamente coinvolgente crea un legame vero e profondo tra azienda e consumatore. Crea cioè autenticità, capacità per un brand di comunicare in maniera trasparente e genuina, dimostrando che i valori dichiarati si riflettono davvero nelle azioni concrete e spesso coincidenti con quei desiderata del target. E oggi i consumatori sono sempre più consapevoli e attenti alla coerenza tra ciò che un marchio professa e ciò che effettivamente realizza, l’essere autentici diventa una necessità. D’altro canto, le storie hanno un potere come pochi altri vettori di senso nel creare connessioni emotive profonde: raccontare esperienze, processi, persone e, soprattutto, sfide superate, trasforma un brand, lo trasforma da entità commerciale a un livello umano con cui potersi relazionare alla pari, rendendo il marchio punto di riferimento emotivo e valoriale.
Abbiamo parlato di coerenza, dell’essere presenti su più touchpoint, ma lo sforzo della multicanalità, che si sovrappone al concetto di adattabilità e flessibilità, non possono essere esercitate a scapito della coerenza.
Un marchio deve evolversi, rispondere ai nuovi trend, alle esigenze dei consumatori, ma deve mantenere coerenti la propria mission e i propri valori fondanti. Questa capacità di essere contemporaneamente flessibili e coerenti definisce la longevità di un brand, impedendo che la sua identità venga diluita o compromessa nel tentativo di inseguire ogni nuova tendenza che si presenta. In altre parole, è possibile modificare il “come” senza alterare il “perché”. Quando un brand abbraccia un cambiamento radicale senza un chiaro collegamento con la propria identità, rischia di confondere i propri consumatori e minare la fiducia e la reputazione costruite nel tempo. L’incoerenza può danneggiare gravemente l’immagine di un marchio, tanto quanto un prodotto di scarsa manifattura, un servizio che non si allinea alle richieste del pubblico per il quale è stato realizzato.
Per le aziende evolversi non significa seguire le tendenze o aggiornare semplicemente un logo; piuttosto restare agili, pronte ad adattarsi a nuovi contesti senza mai perdere di vista i valori fondamentali. Bilanciare quindi il bisogno di cambiamento con il rispetto delle radici identitarie che hanno contribuito al successo del marchio.
Ma come possono le aziende fare questo passo con sicurezza? Come possono garantire che l’evoluzione non comprometta la loro credibilità? Il primo passo è riflettere attentamente su ogni aspetto del proprio branding, valutando se effettivamente l’immagine percepita dal pubblico è coerente con la mission e i valori dichiarati. In secondo luogo, è essenziale per le aziende collaborare con esperti di comunicazione, capaci di tenere conto anche di quello che probabilmente sfugge ai tanti, e offrire una visione esterna e imparziale, in grado di guidare la trasformazione necessaria senza compromettere l’integrità del marchio. Seguendo questo percorso e dando importanza anche ai più piccoli dettagli, trattati con la giusta attenzione, l’impatto sul successo aziendale diventerà tangibile e misurabile. E il marchio si trasformerà da semplice attore del mercato a vero e proprio leader, riconosciuto e amato.
Viviamo in un contesto ormai iper digitalizzato e connesso: basta osservare i display dei nostri smarphone, per vedere tutte quelle iconcine colorate, espressione di una pluralità di canali, piattaforme e vettori di presenza online attraverso cui ormai ci muoviamo quotidianamente. Questa
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