Wellness experience natalizie per connettere i brand ai clienti
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Fra i temi più discussi con cui un’agenzia marketing e comunicazione di design si confronta ogni giorno, quello forse più interessante e avveniristico coinvolge le rivoluzioni tecnologiche con un sentimento di inclusione e di accessibilità. In poche parole, con il termine design inclusivo si intende una branca che associa la progettazione con numerose performance, in modo da includere maggiori capacità e inedite modalità di fruizione dell’ambiente che ci circonda. Il design inclusivo prende in considerazione le persone diversamente abili, coinvolgendo inoltre ogni tipologia di identità sociale in base al genere, all’etnia, al Paese di provenienza e al background culturale, all’età, all’orientamento sociale e così via. Fare design inclusivo di valore e la qualità dell’accessibilità, quindi, non sono esattamente la stessa cosa; mentre qualcosa di accessibile è pratico e alla portata di tutti, un ambiente impeccabile dal punto di vista della sua inclusione garantisce una fruibilità completa per tante differenti capacità, con mezzi e strumenti funzionali che soddisfano le esigenze e le richieste più sfaccettate, compatibilmente con le differenti individualità che le richiedono.
Il concetto di design inclusivo si pone un importantissimo obiettivo: riuscire ad arrivare a tante persone diverse, garantendo la migliore fruizione del prodotto in base alle differenze stesse di ogni user, che non sono concepite come un ostacolo ma al contrario come unicità, risorsa, potenziale. Un design di tale portata rispetta le diversità e le molteplici individualità, tenendo conto delle differenti esperienze di vita che condizionano il modo con cui una persona si affaccia alla tecnologia digitale, all’ambiente, alla realtà virtuale, al software, alle app e al web in generale. Per fare alcuni esempi, quando si crea in modo inclusivo, sia in fase di progettazione sia di output del prodotto e di realizzazione finale, è bene considerare alcune categorie che rendono speciale ogni persona:
– l’orientamento sessuale e il genere, tenendo conto che il 10% della popolazione sessuale si identifica nella sfera LGBTQIA;
– il concetto di brand identity e di valori, con cui almeno il 49% della popolazione mondiale desidera interfacciarsi in modo positivo e attivo;
– nel mondo il 14% degli individui mostra una specie di invalidità, secondo le raccolte dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
– il 44% delle persone nel mondo, quindi una buona fetta, dichiara di non sentirsi rappresentato dai modelli che vengono sdoganati dalla pubblicità, e di voler smarcarsi da tutto questo;
-per concludere, il 65% delle persone nel mondo preferisce comprare un prodotto o un servizio che sia inclusivo, non solo accessibile ma anche progettato per garantire una migliore fruibilità.
In pratica, fare design inclusivo è fonte di attenzioni e sensibilità sociale: le richieste dei consumatori sono sempre più esigenti e sono molti gli user che smettono di rivolgersi a brand che non rispettano i valori dell’inclusività. Se un prodotto o un servizio manifestano inclusività, si posizionano in maniera migliore sul mercato e raggiungono un target più eterogeneo.
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Si comprende allora bene come nel caso in cui si debba comunicare l’impatto sociale del design è importante costruire un messaggio che vada oltre il semplice aspetto tangibile e sensoriale del prodotto o servizio, facendo sì che si costruisca un racconto universale capace di ispirare, educare e connettere. Una delle strategie più efficaci è lo storytelling, che permette di trasmettere il valore umano e collettivo dietro ogni progetto. Attraverso narrazioni visive e testuali, è possibile evidenziare come il design inclusivo riesca a rispondere alle sfide sociali, migliorare la qualità della vita e promuovere un mondo più equo.
Un’altra strategia chiave è l’utilizzo di video corporate immersivi, in grado di presentare le trasformazioni concrete di uno spazio urbano, con l’adozione di tecnologie inclusive o il processo creativo dietro un progetto che ha migliorato la vita di persone con disabilità. In aggiunta, le campagne social rappresentano un potente strumento per raggiungere un pubblico vasto e diversificato, diffondendo messaggi attraverso contenuti brevi, visivamente accattivanti e facilmente condivisibili. Una strategia efficacissima è quella di portare da esempio i case study: documentare e condividere progetti realizzati, correlandoli di dati e testimonianze, per rafforzare la credibilità del messaggio e amplificare la portata.
Se ciascuno di voi conosce il detto “Chi fa per sé fa per tre”, sappiate che non c’è niente di più sbagliato, perché nel mondo della progettazione di design e della creatività, fare squadra, fare team è qualcosa di fondamentale. Avere nella propria equipe di lavoro, persone con caratteristiche e prospettive differenti aiuta a vederci lontano, in modo illuminato, a considerare soluzioni e intraprendere processi personalizzati che coinvolgano le necessità di tutti, i background individuali e le esigenze del singolo. Maggiore sarà l’eterogeneità, migliore saranno le soluzioni, e si stimoleranno qualità come creatività, spirito di gruppo e di condivisione, capacità di risolvere i problemi e resilienza. Un altro aspetto importante da considerare è la modalità con cui si progetta in maniera inclusiva: se una volta si tendeva a tenere conto delle linee guida, cercando di adattarsi alle barriere, oggi la chiave del successo sta nell’abbattimento e nello smantellamento delle stesse. Non esiste un modo universale per progettare in modo inclusivo, ma occorre spirito critico e capacità di previsione nel tempo e nello spazio: solo in questo modo, attraverso il confronto e l’abbattimento dei muri che creano impedimento, è possibile fare del sano design inclusivo coinvolgendo più individualità possibili.
Avete presente quando arrivate a fine giornata con gli occhi stanchi, così tanto da non distinguere un font dall’altro? Una buona app dello smartphone o il miglior programma di editor e scrittura sono progettati per ridurre al massimo lo sforzo visivo, attraverso luci appropriate, schermo blu che protegge la vista, caratteri che si modificano in base alla percezione visiva di ogni singola persona. Questa volontà di migliorare e valorizzare l’esperienza di ciascuna persona si applica al design in tutte le sue sfaccettature, dalla tecnologia digitale fino all’urbanistica, dall’arredamento fino alle sovrastrutture pubbliche. Il fine ultimo del design inclusivo è la capacità di coinvolgere un maggior numero di persone e di migliorare il modo con cui si interfacciano con la realtà, valorizzando ovviamente anche la qualità della vita.
Le agenzie di comunicazione svolgono un ruolo cruciale nel tradurre il linguaggio del design inclusivo in messaggi universali, accessibili e incisivi. Attraverso una combinazione di strumenti creativi e strategie mirate, il loro operato risiede nella profonda capacità di evidenziare l’importanza dell’inclusività in modi che siano comprensibili e rilevanti per il pubblico. Una campagna ben orchestrata può enfatizzare non solo i benefici funzionali di un progetto, ma anche i valori culturali e sociali che lo rendono unico. Utilizzando video documentari, interviste, storie personali, linguaggi visivi, copywriting emozionale e contenuti digitali interattivi, l’agenzia riesce a sensibilizzare il pubblico sul valore del progetto e a costruire una narrativa che evidenzi l’impatto umano, creando una connessione autentica che sappia stimolare dialoghi. idee e riflessioni.
Ne deriva come e quanto il design inclusivo non sia solo una tendenza, ma una responsabilità sociale e un’opportunità strategica per rispondere alle esigenze di una società in evoluzione, costruendo spazi, prodotti e servizi che siano realmente accessibili a tutti. Solo così il design può esprimere tutto il suo potenziale trasformativo, diventando uno strumento per il progresso sociale e il miglioramento della qualità della vita, un impegno collettivo per un mondo più equo e accessibile.
Viviamo in un contesto ormai iper digitalizzato e connesso: basta osservare i display dei nostri smarphone, per vedere tutte quelle iconcine colorate, espressione di una pluralità di canali, piattaforme e vettori di presenza online attraverso cui ormai ci muoviamo quotidianamente. Questa
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