L’importanza del coaching commerciale nel marketing e nelle strategie di posizionamento
L’importanza del coaching commerciale nel marketing e nelle strategie di posizionamento Oggi, se da un
Viviamo in un contesto ormai iper digitalizzato e connesso: basta osservare i display dei nostri smarphone, per vedere tutte quelle iconcine colorate, espressione di una pluralità di canali, piattaforme e vettori di presenza online attraverso cui ormai ci muoviamo quotidianamente. Questa è la nostra normalità! Non abbiamo abbandonato la comunicazione verbale… ma indubbiamente l’abbiamo adattata, ricodificata quasi, per renderla adeguata ad essere plasmata attraverso più canali. In questa prospettiva ne è esempio proprio il content marketing che, con la sua assoluta elasticità, si rivela una importantissima leva strategica, specialmente in alcuni settori come quello affascinante e sempre in evoluzione della moda. Scopriamo allora come incorporare il content marketing all’interno delle strategie di comunicazione delle maison di moda e vediamo come alcune agenzie comunicazione moda milano lo declinano, come prassi, in cinque tattiche fondamentali, catalizzatori specifici in grado di suscitare interesse, comunicare, coinvolgere e instaurare relazioni durature con il target specifico.
Non c’è dubbio, la moda ha un fascino inspiegabile su ciascuno di noi… forme, colori, maison blasonate, passerelle e fashion week rendono questo ambiente quasi un irraggiungibile mondo parallelo, ammirato in religioso silenzio, che produce altissima aspettativa e ammaliante fascinazione. Di tutto questo ne è prova la saturazione mediatica che ci offre tanti esempi tra riviste patinate, sfilate, TV, Social Media, piattaforme ecommerce per acquisto o vendita di capi, alla moda o vintage non importa, personal shopper pronti a ridisegnare il nostro look, e perfino fashion app, che permettono di “farci immaginare” con un determinato outfit, grazie alla possibilità di trasformare il display del nostro smartphone in un camerino prova, così da sovrapporre alla nostra immagine i tanti capi di abbigliamento proposti. All’interno di questo contesto è davvero complicato poter fare in modo che una maison di moda si distingua, e in maniera netta, da un’altra offrendo i valori per i quali essere preferita e scelta. Per questo è importante ripensare (e riprogettare, se è il caso) il content marketing a vantaggio di una strategia di differenziazione.
Questo termine, infatti, non deve apparire come una “buzzword” di facile impiego, ma piuttosto come una sofisticata amalgama di tecniche e strategie che vanno ben oltre la semplice “pubblicazione di contenuti”, fino a rappresentare un ponte comunicativo tra il brand e il suo target, così da facilitare un dialogo che non si esaurisce “esclusivamente nell’atto dell’acquisto”, ma serve a costruire fondamenta profonde e solide sopra e quali edificare engagement emotivo e psicologico col marchio. Marchi iconici come Chanel e Gucci hanno fatto realmente scuola, mostrando a tutti come l’utilizzo di un content marketing strategico possa tessere narrazioni coinvolgenti, per trasferire l’immagine di un brand, i suoi valori, l’essenza, e costruire una vera e propria community fedele e leale attorno ai loro prodotti. Ma il successo non è solo prerogativa delle entità più blasonate e anche piccoli brand, attraverso una ponderata gestione dei contenuti, possono (e tantissimi in passato ci hanno dato esempio di questo) penetrare nel mercato in modo significativo, e spesso anche con budget ragionevoli, sapendo creare narrazioni autentiche fondate su valori importanti e globalmente condivisi, al punto tale da avere un impatto significativo all’interno del mercato, e riuscire a rivalutare interamente il concetto di “lusso”, rendendolo anche più “a portata di mano” rispetto ad un passato nel quale l’ haute couture era solo appannaggio di pochi.
Ecco allora che l’intervento del marketing dei contenuti riesce a facilitare quelle leve preziose per fare breccia nel cuore e nella mente del consumatore moderno, scavalcando tanti limiti e falsi miti, consentendo al brand di articolare e manifestare la propria identità, i valori, e determinare engagement con il consumatore, in un mercato peraltro tanto saturo quanto esigente.
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Una delle modalità attraverso cui è possibile “parlare” al target è quella di utilizzare i contenuti per creare fortissimo engagement attraverso scelte di stile, parole, immagini, suoni, ambientazioni in grado di avere un importante impatto evocativo per le emozioni sperimentabili nel fruitore di un determinato messaggio. Questa tecnica supera il puro appeal visivo o addirittura persino l’intrinseca qualità di un capo d’abbigliamento, per attribuire valore al marchio attraverso la costruzione di una narrazione, lo storytelling per l’appunto, che ha come protagonista spesso il consumatore o il capo o lo stesso brand, ma che quasi sempre ha poco a che fare con qualità e caratteristiche fisiche specifiche, ma piuttosto crea un legame che va oltre il transazionale. L’uso emozionale, sensoriale, talvolta persino sinestesico del linguaggio in tutte le sue declinazioni di forma, diventa una sorta di epicentro attorno a cui ruotano tutte le altre tattiche promozionali, dalla pubblicità tradizionale ai contenuti social. Citando ancora una volta Gucci, per voler fare un esempio, la sua audace estetica vintage e la narrativa che celebra l’individualità e la diversità, ha fatto in modo negli anni, che il brand conquistasse tutta una nuova generazione di consumatori, così da portarli all’interno di un mondo dove gli stessi non solo soltanto acquirenti, ma partecipanti attivi, protagonisti di una storia più grande. Oltre a fornire un elemento differenziante, lo stile comunicativo dello storytelling, agisce quindi agisce come un potente veicolo di fidelizzazione e longevità del brand e trasforma l’acquirente, o anche il semplice estimatore del marchio della maison, in un brand ambassador, un portavoce che perpetua e arricchisce la storia che il brand desidera raccontare.
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